Page 4 - Festival Internazionale Lavagnino 2015
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Angelo Francesco Lavagnino
Nasce a Genova il 22 febbraio 1909.
Nel 1932, si diploma in violino e composizione al
Conservatorio di Milano, allievo dei compositori Mario
Barbieri, Renzo Bossi e Vito Frazzi.
Per nove anni dirige il liceo musicale di Genova.
Dal 1947 agli anni Sessanta, su incarico del Conte Guido
Chigi Saracini, tiene corsi sperimentali di musica per
film presso la prestigiosa Accademia Musicale Chigiana
di Siena.
Anche se, a partire dai primi anni Cinquanta, si dedica
quasi interamente al cinema, diventando in breve tempo
uno fra i più importanti, innovativi e prolifici composito-
ri italiani di colonne sonore, Lavagnino è ricordato anche
per un’intensa produzione di musica colta, all’interno
della quale si distinguono i poemi sinfonici Volo d’api
(1936), Tempo alto (1938) e Caccia (1939), la Pocket
symphony (1949), l’opera Malafonte (1939), il Concerto
in Do per violino e orchestra (1940), la Messa Chigiana
(composta per l’inaugurazione delle porte bronzee del
duomo di Siena), il nutrito repertorio di musica da came-
ra (trio, quartetto per archi, sonata per violino e pianofor-
te, sonata per due pianoforti), la molta musica teatrale e
didattica per vari strumenti.
Impossibile esaurire in poche righe la ricca filmografia
di Lavagnino, che disegna un ampio e consapevole itine-
rario intellettuale attraverso i generi, percorso dal com-
positore nel segno del binomio fra fedeltà alla tradizione
e continua ricerca di nuove soluzioni espressive. Ci limi-
tiamo qui a ricordare: Othello (1952, di O. Welles), Un
americano a Roma (1954, di Steno), Totò e Carolina
(1955, di M. Monicelli), Le avventure di Giacomo
Casanova (1955, di Steno), Legend of the Lost (1957, di
H. Hathaway), Il conte Max (1957, di G. Bianchi), The
Wind Cannot Read (1958, di R. Thomas), Policarpo uffi-
ciale di scrittura (1959, di M. Soldati), Ferdinando I Re
di Napoli (1959, di G. Franciolini), Jovanka e le altre
(1960, di M. Ritt), Tutti a casa (1960, di L. Comencini),
Che gioia vivere (1961, di R. Clément), I briganti italia-
ni (1961, di M. Camerini), Madame Sans-Gêne (1962, di
C. Jaque), Venere imperiale (1963, di J. Delannoy),
Falstaff (1965, di O. Welles), Daisy Miller (1974, di P.
Bogdanovich). Fondamentale, infine, il contributo reso
al cinema di viaggio, iniziando dal film Magia verde
(1954, di G.G. Napolitano), che presenta una partitura
essenzialmente basata su materiale folklorico originale,
registrato nei luoghi delle riprese, per arrivare a opere
come Continente perduto (1955, di G. Moser, E. Gras, M.
Craveri e Lavagnino, vincitore del Nastro d’Argento per
la migliore colonna sonora a Cannes, nel 1955), Tam-
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