I Cameristi dell’Orchestra Classica di Alessandria
Musiche di A.F. Lavagnino, E. Morricone, N. Rota
Spezzoni di interviste a Carlo Leva
Intereventi a cura di Roberto Lasagna (critico cinematografico)
Presenta Enzo De Cicco
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(in occasione del 100° anniversario della nascitadi Alberto Sordi) con proiezioni
Voci dal cinema e non solo:Claudio Lauretta (imitatore)
I Solisti dell’Orchestra Classica di Alessandria
Musiche di A.F. Lavagnino, P. Piccioni, N. Rota
Presenta Luciano Tirelli
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Camaleontico e trasformista, con una formidabile mimica facciale ha dato vita alle sue personalissime imitazioni di Di Pietro, Pozzetto, Vissani, Sgarbi, Grillo, latinette, Fabio Volo, Giuliano Ferrara, Giovanni Floris, Claudio Bisio, Matteo Renzi, Carlo Calenda e tantissimi altri.
Sua la voce dello spot tormentone del “12.40”, in onda su tv e radio nazionali.
È il primo imitatore italiano ad aver fatto un deep fake televisivo dell’imitazione di Matteo Renzi nel programma tv Striscia la Notizia, facendo scalpore su tutti i media.
Fa parte del cast fisso di Ciao belli su Radio Deejay.
Franco Piersanti, compositore. studia composizione sotto la guida di Armando
Renzi e direzione d’orchestra con Franco Ferrara e Piero Bellugi.
Come strumentista, suona il contrabbasso nell’Orchestra Sinfonica della
Rai e inizia a prendere parte alle sessioni di registrazione di alcuni lavori
musicali per il cinema. Entrato in contatto con il
maestro Nino Rota, diventa suo assistente dal
1975 al 1977, ed è lui che lo incoraggia a intraprendere
la carriera di compositore per il cinema.
Nel 1976, Piersanti scrive la sua prima colonna sonora
per il film d’esordio di Nanni Moretti Io sono
un autarchico, dando vita così a un sodalizio artistico
durato a lungo negli anni: sue infatti sono le musiche di Ecce Bombo
(1977), Sogni d’oro (1981), Bianca (1983), Il caimano (2006, con cui ottiene
il David di Donatello, il Ciak d’Oro e il premio Ucmf dell’Associazione
francese dei compositori di colonne sonore, consegnato a Cannes)
e Habemus Papam (2011). All’inizio degli anni Ottanta, l’incontro con
Gianni Amelio segna un’altra importante collaborazione. Per lui, Piersanti
compone le colonne sonore di Colpire al cuore (1982), I velieri (1983,
episodio per la TV per la serie “Dieci registi italiani, dieci racconti italiani”),
Porte aperte (1989), Il ladro di bambini (1992, che gli vale il
David di Donatello, il Ciak d’oro, e la Platea d’oro), Lamerica (1994, ancora
un David di Donatello), Così ridevano (1998, Grolla d’Oro), Le
chiavi di casa (2004) e La stella che non c’è (2006). Negli anni Novanta
inizia a collaborare anche con Mimmo Calopresti, firmando le musiche
di La seconda volta (1995), La parola amore esiste (1998), Preferisco il
rumore del mare (1999) e La felicità non costa niente (2002). Oltre ai titoli
citati, nel corso della sua lunga carriera Piersanti ha composto più di un
centinaio di colonne sonore per il cinema, collaborando con importanti
cineasti tra cui Carlo Lizzani, Ermanno Olmi, Roberto Faenza, Marco Tullio
Giordana, Cristina Comencini, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti,
Paolo Virzì, Emanuele Crialese. Diverse sono anche le incursioni della
sua musica sul piccolo schermo: sua, per esempio, è la celebre sigla della
fortunata serie TV Il commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea
Camilleri. Ha scritto numerose musiche per opere teatrali e composizioni
orchestrali e da camera. È Presidente della giuria del Concorso
Internazionale di composizione per immagini “A.F. Lavagnino”.
Carlo Crivelli, compositore; formatosi alla Scuola di Domenico Guaccero.
Sue composizioni (tra le quali “Iride”, “Il Drago”, “La pazzia di Lear”) sono
state eseguite in importanti teatri americani come il Guggheneim di New
York e il Colombo di Buenos Aires. I suoi lavori sono stati eseguiti in tutto
il mondo. È fondatore nel 2001, insieme a Jonathan Williams, dell’Orchestra
Città Aperta di cui è Presidente, nonché docente al Conservatorio “A. Casella”
de L’Aquila. Autore di numerose colonne sonore, si ricorda la lunga
collaborazione con Marco Bellocchio: “Diavolo in corpo”, “La visione del
sabba”, “La condanna”, “Il sogno della farfalla”, “Il principe di Homburg”,
“Elena”, “La balia”, “Vincere”, “Sorelle mai”, “Bella addormentata”. Ha
lavorato, inoltre, con Paolo e Vittorio Taviani per il film “Le affinità elettive”
(1996), con Marco Tullio Giordana per “Appuntamento a Liverpool”
(1988), con Aurelio Grimaldi per “La ribelle” (1993). Per Michele Placido
ha scritto la colonna sonora dei film “Del perduto
amore” (1998) e “Un viaggio chiamato
amore” (2002). Ha composto le musiche anche
per “La spettatrice” (2003) di Paolo Franchi, per
“La guerra dei fiori rossi” (2006) di Zhang Yuan,
“Auschwitz” di Saverio Costanzo e per “Il 7 &
l’8” (2007) e “Il Primo Natale” (2019) di Ficarra
e Picone, nonché per “La Passione” (2010) di Carlo Mazzacurati ed “È stato
il figlio” (2012) di Daniele Ciprì. È stato candidato per quattro volte al CIAK
d’oro, due alla Grolla d’oro, due al Globo d’oro e due al David di Donatello.
È stato insignito del Premio Nino Rota, del premio Cicognini nel 2007, del
Premio Ennio Morricone e del Premio Carlo Savina. Ha ricevuto nel 2010
sia il Prix France Musique per la miglior colonna sonora (“Vincere”) sia il
Premio Goffredo Petrassi. Inoltre, per la televisione: “Anni Luce” (1985)
di Gian Vittorio Baldi; “Oh! Samba” (1988) e “Cuore di ladro” (1988) con
la supervisione di Ettore Scola; “L’uomo dal fiore in bocca” (1993) di Bellocchio,
“Un bambino in fuga I” (1989) e “Un bambino in fuga II” (1992)
di Mario Caiano; “Era mio fratello” (2007) di Claudio Bonivento; “Storia
di Laura” (2010) di Andrea Porporati e “Il sogno del maratoneta” (2012) di
Leone Pompucci. Con Alberto Sironi, poi, ha lavorato alle fiction: “Salvo
D’Acquisto” (2003), “Virginia la monaca di Monza” (2004), “Testimone
inconsapevole” (2005), “Ad occhi chiusi” (2005).
Luigi Giachino è diplomato in pianoforte e composizione con il massimo
dei voti al Conservatorio di Torino con M. Gachet e G. Bosco, ha proseguito
gli studi con Vincenzo Vitale e Giorgio Ferrari.
Ha conseguito un attestato di specializzazione CEE in composizione, arrangiamento
e direzione d’orchestra di musica extracolta.
I suoi lavori cameristici, sinfonici e lirici, sono eseguiti periodicamente
in concerti e registrazioni. È stato fellow della Bogliasco Foundation per
la composizione del melodramma “La casa del nonno” (Sonzogno).
Tra i premi, nel 1993 ha vinto una borsa di studio della Direzione Generale
SIAE per studiare con Carlo Savina e ne è diventato assistente in diverse
sedi (Scuola di Musica di Fiesole, Conservatorio di Genova, Alassio
Laboratorio Musica, ecc.).
È autore di balletti, musiche di scena e schermiche per vari committenti
fra i quali Raidue, TorinoSpettacoli, Ministero
dell’Ambiente - Commissione Europea DG XI -
Lipu, Città di Torino, Giugiarodesign, Raitre, Università
di Torino, Accademia Regionale di Danza di
Torino, Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi.
Spesso impegnato in concerti, masterclass e giurie
di concorso, dal 2004 al 2007 è stato docente presso l’Università di Torino
e di Genova e responsabile musicale della televisione universitaria Extracampus.
Ha svolto attività musicale in Francia, Spagna, Germania, Austria, Principato
di Monaco, Siria, Slovenia, Romania, Polonia, Svizzera, Belgio,
Turchia, Brasile e Giappone. Dal 1986 svolge attività organizzativa per
più enti, associazioni e amministrazioni pubbliche. Dal 1990 è titolare di
cattedra di Composizione presso il Conservatorio di Genova, in cui è referente
di dipartimento ed è stato consigliere accademico. Recentemente,
su incarico del Comune di Genova, ha assunto il ruolo di Mentor nel progetto
europeo EMI.
È pubblicato da Curci, Nuova Fonit-Cetra, Warner, Casa Sonzogno, Esagono,
Carocci, Gremese, Kaplan, Il Foglio Letterario, Chiaramonte, TGE,
Gioiosa, Gli archivi del ‘900, Cartman, RTI Music Division, Zedde, Fonoplay.
(in occasione del 250° anniversario della nascita di L.V. Beethoven)
Testo e voce narrante:Sandro Cappelletto (musicologo, Accademico di Santa Cecilia)
Pianoforte: Simone Soldati
L.V. Beethoven
l Sonata n. 30 in mi maggiore, op. 109 - I movimento - Vivace, ma non
troppo
l Sonata n. 21 in do maggiore op. 53, Waldstein , Allegro con brio -
Introduzione. Adagio molto - Rondò. Allegretto moderato
l Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125 - versione per pianoforte del Finale
«Uomini, voi che mi reputate o definite astioso, scontroso, misantropo, come siete ingiusti verso di me! Ignorate la ragione segreta che mi fa apparire cosě. Il mio cuore e il mio animo fin dall’infanzia erano inclini al sentimento della benevolenza e mi sono sempre sentito pronto a compiere azioni generose. Considerate, perň, che da sei anni mi ha colpito un male che non si riesce a curare». Sono queste le prime righe del documento biografico fondamentale scritto da Beethoven, il Testamento di Heiligenstadt, una lettera indirizzata ai due fratelli minori, ma in realtŕ rivolta all’intera umanitŕ. Č il 1802, lui ha 32 anni e intuisce che non sarebbe piů guarito dalla malattia che lo tormenta. Sta diventando sordo.Essere musicista ed essere sordo. Un musicista puň essere cieco, muto, ma come fa se č sordo? Diventato sordo, non nato sordo. Non puoi ascoltare il pianoforte che suoni. non puoi dirigere un’orchestra, non puoi dare lezioni. Mai come in queste pagine Beethoven si mette a nudo, racconta la propria fragilitŕ. «La mia disgrazia mi fa male due volte: per il dolore che mi provoca e perché mi costringe ad essere incompreso. Perdonatemi, se mi apparto da voi, quando invece vorrei unirmi a voi. Per me non esistono piů lo svago, il piacere della conversazione, delle reciproche confidenze.Questa č la mia disperazione». Un documento straziante, che verrŕ ritrovato dopo la sua morte in un cassetto della scrivania nell’ultimo appartamento dove ha abitato, a Vienna. Dopo averci narrato i propri tormenti, il proprio dolore, dopo aver ammessodi essere stato assalito dai pensieri piů cupi e definitivi, Beethoven ci indica la strada che ha percorso per salvarsi: «L’arte, soltanto lei mi ha trattenuto». Questa fiducia nel potere salvifico dell’arte gli permetterŕ di convivere con la propria menomazione, di superare la crisi, arrivando a condividere e ad esaltare i versi dell’Inno alla gioia di Friedrich Schiller: «Tutti gli uomini si scoprono fratelli. Abbracciatevi, moltitudini, un bacio al mondo intero». La sua musica, le sue parole, il nostro racconto per riviveree percorrere, assieme a lui, un tratto decisivo del suo cammino di artista, nell’anno in cui ovunque nel mondo si celebrano i 250 anni della nascita di Beethoven
Per la Storia del teatro moderno e contemporaneo (Einaudi, 2001) ha scritto il saggio Inventare la scena: regia e teatro d’opera. Nel 2002, con Pietro Bria, dà alle stampe Wagner o la musica degli affetti (Franco Angeli), raccolta di riflessioni e interviste di Giuseppe Sinopoli, di cui nel 2006 cura Il mio Wagner – il racconto della Tetralogia (Marsilio). Nel 2008 l’Accademia Perosi di Biella pubblica L’angelo del Tempo, volume dedicato al Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen. Nel 2010, per Daniela Mazzucato e Marco Scolastra, scrive La padrona di casa, pièce dedicata al rapporto fra George Sand e Fryderyk Chopin.
È autore di programmi radiofonici e televisivi (crea la trasmissione di Rai-Radio Tre Momus, realizza per Rai 3 un film televisivo su Maurizio Pollini, scrive e conduce per Rai 5 il programma Inventare il tempo). I suoi libretti per il teatro musicale sono nati dalla collaborazione con significativi compositori italiani, tra i quali Claudio Ambrosini, Daniele Carnini, Luca Lombardi, Azio Corghi. Intensa la collaborazione con Matteo D’Amico. Con Fausto Sebastiani scrive Il paese degli uomini integri (2017), melologo dedicato alla memoria del presidente del Burkina-Faso Thomas Sankara.
Per la musica di Michelangelo Lupone dà vita a ‘Nkodi (Mio figlio è un feticcio) – Cantata per i bambini accusati di stregoneria (2018). Anche in queste occasioni è interprete in scena dei propri testi. Esce nel 2014 Da straniero inizio il cammino – Schubert, l’ultimo anno (Accademia Perosi), volume dedicato all’estremo periodo creativo di Schubert. Nel 2016 il Saggiatore pubblica I quartetti per archi di Mozart. Cura ed è direttore scientifico del volume Musica per la collana Il contributo dell’Italia alla storia del pensiero (Treccani, 2018). Del 2020 è Mozart. Scene dai viaggi in Italia (il Saggiatore). Su invito di Giuseppe Sinopoli ha diretto il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell'Opera di Roma. Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, ne è stato direttore artistico dal 2009 al 2013. Giornalista professionista, scrive per il quotidiano La Stampa. È Accademico di Santa Cecilia.
Con Natasha Korsakova ha tenuto un concerto a Roma in Piazza del Campidoglio alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. È stato interprete del brano per pianoforte di Giacomo Puccini Lento e armoniosamente in prima ripresa moderna.
Per la sua discografia dedicata ad Alfredo Catalani e Giacomo Puccini ha ricevuto i complimenti di Riccardo Muti. Il CD dedicato alle Sonate per pianoforte e violino di Luigi Boccherini in duo con Alberto Bologni pubblicato da “Amadeus” è stato accolto con grande favore. Simone Soldati ha studiato con Francesco Cipriano ed è stato poi a lungo allievo di Andrea Lucchesini. Alla sua formazione hanno contribuito Maria Tipo, Alessandro Specchi, Dario De Rosa e Konstantin Bogino. Dal 2014 è direttore artistico dell’Associazione Musicale Lucchese per la quale ha ideato e cura il Lucca Classica Music Festival (www.luccaclassica.it). Docente all’ISSM Luigi Boccherini di Lucca, è stato direttore del “Madamm”, master di primo livello dedicato alla direzione artistica e alla progettazione culturale.
Orchestra Classica di Alessandria
Musiche di: A.F. Lavagnino, N. Rota, L. Bacalov, E. Morricone, N. Piovani, A Morricone